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Fascicolo 175 - L’ultimo discorso al tempio
Il Libro di Urantia
Fascicolo 175
L’ultimo discorso al tempio
175:0.1 (1905.1)POCO dopo le due di questo martedì pomeriggio, Gesù, accompagnato da undici apostoli, da Giuseppe d’Arimatea, dai trenta Greci e da alcuni altri discepoli, arrivò al tempio e cominciò a pronunciare il suo ultimo discorso nei cortili del sacro edificio. Questo discorso intendeva essere il suo ultimo appello al popolo ebreo e l’accusa finale contro i suoi veementi nemici che cercavano di distruggerlo — gli Scribi, i Farisei, i Sadducei ed i principali dirigenti d’Israele. Per tutta la mattinata i vari gruppi avevano avuto l’opportunità d’interrogare Gesù; questo pomeriggio nessuno gli pose una domanda.
175:0.2 (1905.2)Quando il Maestro cominciò a parlare, il cortile del tempio era tranquillo e ordinato. I cambiavalute ed i mercanti non avevano osato entrare di nuovo nel tempio dopo che Gesù e la folla eccitata li avevano cacciati fuori il giorno precedente. Prima di cominciare il discorso, Gesù guardò con tenerezza questo uditorio che avrebbe ascoltato tra poco il suo misericordioso saluto pubblico di addio all’umanità, unito alla sua ultima denuncia dei falsi educatori e dei capi settari degli Ebrei.
1. Il discorso
175:1.1 (1905.3)“Sono stato a lungo con voi, andando su e giù per il paese a proclamare l’amore del Padre per i figli degli uomini, e molti hanno visto la luce e, grazie alla fede, sono entrati nel regno dei cieli. In connessione con questo insegnamento e con questa predicazione il Padre ha compiuto molte opere meravigliose, persino la risurrezione dalla morte. Molti ammalati ed afflitti sono stati risanati perché credevano; ma tutta questa proclamazione della verità e questa guarigione di malattie non hanno aperto gli occhi di coloro che rifiutano di vedere la luce, di coloro che sono determinati a respingere questo vangelo del regno.
175:1.2 (1905.4)“In ogni modo compatibile con il compimento della volontà di mio Padre, io ed i miei apostoli abbiamo fatto l’impossibile per vivere in pace con i nostri fratelli, per conformarci alle esigenze ragionevoli delle leggi di Mosè e delle tradizioni d’Israele. Abbiamo persistentemente cercato la pace, ma i capi d’Israele non vogliono averla. Respingendo la verità di Dio e la luce del cielo, essi si stanno schierando dalla parte dell’errore e delle tenebre. Non può esservi pace tra la luce e le tenebre, tra la vita e la morte, tra la verità e l’errore.
175:1.3 (1905.5)“Molti di voi hanno osato credere ai miei insegnamenti e sono già entrati nella gioia e nella libertà della coscienza della filiazione con Dio. E voi mi renderete testimonianza che io ho offerto questa stessa filiazione con Dio a tutta la nazione ebrea, anche a questi stessi uomini che cercano ora la mia distruzione. Anche ora mio Padre riceverebbe questi educatori ciechi e questi capi ipocriti se solo volessero rivolgersi a lui ed accettare la sua misericordia. Anche ora non è troppo tardi perché questo popolo riceva la parola del cielo ed accolga favorevolmente il Figlio dell’Uomo.
175:1.4 (1906.1)“Mio Padre ha trattato a lungo con misericordia questo popolo. Generazione dopo generazione noi abbiamo inviato i nostri profeti per istruirli ed avvertirli, e generazione dopo generazione essi hanno ucciso questi istruttori inviati dal cielo. Ed ora i vostri ostinati sommi sacerdoti ed i vostri capi testardi stanno per fare esattamente questa stessa cosa. Come Erode ha provocato la morte di Giovanni, voi similmente vi preparate ora ad uccidere il Figlio dell’Uomo.
175:1.5 (1906.2)“Fintanto che c’è una possibilità che gli Ebrei si rivolgano a mio Padre e cerchino la salvezza, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe terrà le sue mani misericordiose tese verso di voi; ma una volta che avrete riempito la vostra coppa d’impenitenza e una volta che avrete definitivamente respinto la misericordia di mio Padre, questa nazione sarà abbandonata alle proprie decisioni e sarà rapidamente votata ad una fine ingloriosa. Questo popolo era chiamato a divenire la luce del mondo, a mostrare la gloria spirituale di una razza che conosce Dio, ma voi vi siete talmente allontanati dal compimento dei vostri privilegi divini che i vostri capi stanno per commettere la follia suprema di tutte le ere, nel senso che sono sul punto di respingere definitivamente il dono di Dio a tutti gli uomini e per tutte le ere — la rivelazione dell’amore del Padre che è nei cieli per tutte le sue creature sulla terra.
175:1.6 (1906.3)“E quando avrete respinto questa rivelazione di Dio agli uomini, il regno dei cieli sarà dato ad altri popoli, a coloro che lo riceveranno con gioia e felicità. Nel nome del Padre che mi ha mandato, vi avverto solennemente che state per perdere la vostra posizione nel mondo come portabandiera della verità eterna e custodi della legge divina. Io vi sto offrendo ora la vostra ultima opportunità di farvi avanti e di pentirvi, di manifestare la vostra intenzione di cercare Dio con tutto il vostro cuore e di entrare, come dei bambini e con fede sincera, nella sicurezza e nella salvezza del regno dei cieli.
175:1.7 (1906.4)“Mio Padre ha operato a lungo per la vostra salvezza, ed io sono sceso a vivere tra voi e a mostrarvi personalmente la via. Molti Ebrei e Samaritani, ed anche Gentili, hanno creduto al vangelo del regno, ma quelli che avrebbero dovuto essere i primi a farsi avanti ed accettare la luce del cielo hanno ostinatamente rifiutato di credere alla rivelazione della verità di Dio — Dio rivelato nell’uomo e l’uomo elevato a Dio.
175:1.8 (1906.5)“Questo pomeriggio i miei apostoli stanno qui di fronte a voi in silenzio, ma sentirete presto le loro voci annunciare la chiamata alla salvezza e l’esortazione ad unirsi al regno celeste come figli del Dio vivente. Ed ora io chiamo a testimoni questi miei discepoli e credenti nel vangelo del regno, come pure i messaggeri invisibili al loro fianco, che ho offerto ancora una volta ad Israele e ai suoi capi la liberazione e la salvezza. Ma voi tutti vedete come la misericordia del Padre è disdegnata e come i messaggeri della verità sono respinti. Ciononostante, io vi avverto che questi Scribi e Farisei siedono ancora sul seggio di Mosè, e perciò, fino a che gli Altissimi che governano nei regni degli uomini non abbatteranno alla fine questa nazione e non distruggeranno il luogo in cui sono questi capi, vi chiedo di cooperare con questi anziani d’Israele. Non è necessario che vi uniate ai loro piani per distruggere il Figlio dell’Uomo, ma in tutto ciò che concerne la pace d’Israele voi dovrete sottomettervi a loro. In tutte queste materie fate tutto ciò che vi chiedono ed osservate i fondamenti della legge, ma non imitate le loro cattive azioni. Ricordatevi, il peccato di questi capi è questo: essi dicono ciò che è bene, ma non lo fanno. Voi sapete bene come questi capi legano pesanti fardelli sulle vostre spalle, fardelli gravosi da portare, e che non alzano nemmeno un dito per aiutarvi a portare questi pesanti fardelli. Essi vi hanno oppressi con cerimonie e resi schiavi per mezzo delle tradizioni.
175:1.9 (1907.1)“Inoltre questi capi egocentrici si compiacciono di fare le loro buone opere in modo da essere visti dagli uomini. Essi ingrandiscono i loro filatteri ed allargano il bordo delle loro vesti ufficiali. Cercano i posti migliori nelle feste ed esigono i seggi più importanti nelle sinagoghe. Bramano saluti di elogio nelle piazze del mercato e desiderano essere chiamati rabbi da tutti gli uomini. E mentre cercano tutti questi onori dagli uomini, segretamente prendono le case delle vedove e traggono profitto dai servizi del tempio sacro. Per finzione questi ipocriti fanno lunghe preghiere in pubblico e danno elemosine per attirare l’attenzione dei loro concittadini.
175:1.10 (1907.2)“Mentre dovreste onorare i vostri capi e riverire i vostri maestri, non dovreste chiamare nessun uomo Padre in senso spirituale, perché c’è uno solo che è vostro Padre, cioè Dio. Né dovreste cercare di tiranneggiare i vostri fratelli nel regno. Ricordatevi, io vi ho insegnato che colui che vorrebbe essere il più grande tra voi dovrebbe divenire il servitore di tutti. Se pretenderete di esaltarvi davanti a Dio, sarete certamente umiliati; ma chi veramente umilia se stesso sarà certamente esaltato. Nella vostra vita quotidiana cercate, non la vostra glorificazione, ma la gloria di Dio. Subordinate intelligentemente la vostra volontà alla volontà del Padre che è nei cieli.
175:1.11 (1907.3)“Non fraintendete le mie parole. Io non ho malanimo contro questi sommi sacerdoti e dirigenti che anche ora cercano la mia distruzione; non ho rancore per questi Scribi e Farisei che respingono i miei insegnamenti. So che molti di voi credono in segreto, e so che professerete apertamente la vostra devozione al regno quando verrà la mia ora. Ma come si giustificheranno i vostri rabbini, poiché professano di parlare con Dio e poi osano respingere e distruggere colui che viene a rivelare il Padre ai mondi?
175:1.12 (1907.4)“Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti! Voi vorreste chiudere le porte del regno dei cieli agli uomini sinceri perché si trovano nell’ignoranza nel senso del vostro insegnamento. Voi rifiutate di entrare nel regno e allo stesso tempo fate tutto quanto è in vostro potere per impedire agli altri di entrarvi. Voi girate le spalle alle porte della salvezza e lottate contro tutti coloro che vorrebbero entrarvi.
175:1.13 (1907.5)“Guai a voi, Scribi e Farisei, ipocriti che siete! Perché in verità percorrete terra e mare per fare un proselito, e quando vi siete riusciti non siete soddisfatti fino a che non l’avete reso due volte peggiore che se fosse un figlio dei pagani.
175:1.14 (1907.6)“Guai a voi, gran sacerdoti e dirigenti che v’impadronite delle proprietà dei poveri ed esigete pesanti imposte da coloro che vorrebbero servire Dio come loro credono abbia ordinato Mosè! Voi che rifiutate di mostrare misericordia, potete sperare misericordia nei mondi futuri?
175:1.15 (1907.7)“Guai a voi, falsi insegnanti, guide cieche! Che cosa ci si può aspettare da una nazione quando il cieco conduce il cieco? Entrambi cadranno nell’abisso della distruzione.
175:1.16 (1907.8)“Guai a voi che vi nascondete quando fate un giuramento! Voi siete degli imbroglioni poiché insegnate che un uomo può prestare giuramento per il tempio e rompere il suo giuramento, ma che chi ha giurato per l’oro del tempio deve rimanere obbligato. Voi siete tutti sciocchi e ciechi. Non siete nemmeno logici nella vostra disonestà, perché che cos’è più grande, l’oro o il tempio che si ritiene abbia santificato l’oro? Voi insegnate anche che se un uomo giura per l’altare, ciò non significa nulla; ma che se uno giura per il dono che è sull’altare, allora sarà ritenuto debitore. Anche in questo caso siete ciechi alla verità, perché che cos’è più grande, il dono o l’altare che santifica il dono? Come potete giustificare una tale ipocrisia e disonestà davanti al Dio del cielo?
175:1.17 (1908.1)“Guai a voi, Scribi e Farisei e tutti gli altri ipocriti, che vi assicurate di donare la decima della menta, dell’anice e del cumino e allo stesso tempo trascurate le materie più importanti della legge — fede, misericordia e giudizio! A ragione avreste dovuto fare le prime, ma non avreste dovuto lasciare non fatte le altre. Voi siete veramente delle guide cieche e degli sciocchi educatori; voi filtrate il moscerino ed inghiottite il cammello.
175:1.18 (1908.2)“Guai a voi, Scribi, Farisei ed ipocriti! Perché siete scrupolosi nel pulire l’esterno della coppa e del piatto, ma all’interno lasciate la sporcizia dell’estorsione, degli eccessi e dell’inganno. Voi siete spiritualmente ciechi. Non riconoscete quanto sarebbe molto meglio pulire prima l’interno della coppa, ed allora ciò che si spande fuori pulirebbe da se stesso l’esterno? Voi reprobi malvagi! Compite gli atti esteriori della vostra religione per conformarvi alla lettera della vostra interpretazione della legge di Mosè, mentre le vostre anime sono immerse nell’iniquità e sono piene d’intenzioni omicide.
175:1.19 (1908.3)“Guai a voi tutti che respingete la verità e rifiutate la misericordia! Molti di voi sono simili a sepolcri imbiancati, che esternamente sembrano belli, ma all’interno sono pieni di ossa di uomini morti e di ogni sorta d’impurità. Così anche voi che rigettate coscientemente il consiglio di Dio apparite esteriormente agli uomini come santi e giusti, ma internamente il vostro cuore è pieno d’ipocrisia e d’iniquità.
175:1.20 (1908.4)“Guai a voi, false guide di una nazione! Avete eretto laggiù un monumento ai profeti martirizzati di un tempo, mentre complottate di distruggere colui di cui essi hanno parlato. Voi ornate le tombe dei giusti e vi vantate che, se aveste vissuto ai tempi dei vostri padri, non avreste ucciso i profeti; e poi a fronte di questo pensiero farisaico vi preparate ad assassinare colui di cui i profeti hanno parlato, il Figlio dell’Uomo. Poiché fate queste cose, testimoniate verso voi stessi che siete i figli perversi di coloro che hanno ucciso i profeti. Continuate, dunque, e riempite fino all’orlo la coppa della vostra condanna!
175:1.21 (1908.5)“Guai a voi, figli del male! Giovanni vi ha chiamati giustamente razza di vipere, ed io vi chiedo come potrete sfuggire al giudizio che Giovanni ha pronunciato contro di voi?
175:1.22 (1908.6)“Ma anche ora io vi offro nel nome di mio Padre misericordia e perdono; anche ora vi tendo la mano amorevole della comunione eterna. Mio Padre vi ha mandato i saggi e i profeti; alcuni li avete perseguitati ed altri li avete uccisi. Allora apparve Giovanni proclamando la venuta del Figlio dell’Uomo, e voi l’avete ucciso dopo che molti avevano creduto al suo insegnamento. Ed ora vi preparate a versare ancora del sangue innocente. Non comprendete che verrà un terribile giorno di giudizio universale in cui il Giudice di tutta la terra esigerà da questo popolo un rendiconto per il modo in cui essi hanno respinto, perseguitato e ucciso questi messaggeri del cielo? Non comprendete che dovrete rendere conto di tutto questo sangue dei giusti, dal primo profeta ucciso fino ai tempi di Zaccaria, che fu assassinato tra il santuario e l’altare? Se voi perseverate nelle vostre cattive strade, questa resa dei conti può essere richiesta in questa stessa generazione.
175:1.23 (1908.7)“O Gerusalemme e figli di Abramo, voi che avete lapidato i profeti e ucciso i maestri che vi furono mandati, anche ora vorrei riunire i vostri figli come una chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le sue ali, ma voi non lo volete!
175:1.24 (1908.8)“Ed ora io mi congedo da voi. Voi avete ascoltato il mio messaggio e avete preso la vostra decisione. Coloro che hanno creduto al mio vangelo sono già salvi nel regno di Dio. A voi che avete scelto di respingere il dono di Dio, dico che non mi vedrete più insegnare nel tempio. La mia opera per voi è finita. Ecco, io esco ora con i miei figli, e la vostra casa è lasciata a voi nella desolazione!”
175:1.25 (1908.9)E poi il Maestro fece segno ai suoi discepoli di lasciare il tempio.
2. Lo status dei singoli Ebrei
175:2.1 (1909.1)Il fatto che i dirigenti spirituali e gli insegnanti religiosi della nazione ebraica abbiano respinto un tempo gli insegnamenti di Gesù e cospirato per provocare la sua morte crudele, non incide in alcun modo sullo status del singolo Ebreo nella sua posizione davanti a Dio. E ciò non dovrebbe spingere coloro che professano di essere seguaci del Cristo a mantenere dei pregiudizi contro gli Ebrei come loro simili mortali. Gli Ebrei, come nazione, come gruppo sociopolitico, hanno pagato in pieno il terrible prezzo di aver respinto il Principe della Pace. Essi hanno cessato da lungo tempo di essere i portafiaccola spirituali della verità divina presso le razze dell’umanità, ma ciò non costituisce una ragione valida perché ai singoli discendenti di questi Ebrei di un tempo siano fatte patire le persecuzioni che sono state inflitte loro da intolleranti, indegni e settari professati seguaci di Gesù di Nazaret, che era, lui stesso, un Ebreo di nascita naturale.
175:2.2 (1909.2)Molte volte quest’odio e questa persecuzione irragionevoli e indegni del modello di Cristo contro gli Ebrei contemporanei, sono terminati nella sofferenza e nella morte di un Ebreo innocente e inoffensivo, i cui antenati, al tempo di Gesù, avevano sinceramente accettato il suo vangelo ed erano subito morti stoicamente per quella verità alla quale credevano con tutto il cuore. Quale brivido d’orrore passa sugli esseri celesti che stanno osservando, quando vedono i pretesi seguaci di Gesù compiacersi nel perseguitare, molestare ed anche uccidere i discendenti successivi di Pietro, di Filippo, di Matteo e di altri Ebrei della Palestina che donarono così gloriosamente la loro vita come primi martiri del vangelo del regno dei cieli!
175:2.3 (1909.3)Quanto è crudele e assurdo costringere dei figli innocenti a soffrire per i peccati dei loro progenitori, misfatti che essi ignorano completamente e di cui non possono in alcun modo essere responsabili! E si compiono tali cattive azioni nel nome di uno che ha insegnato ai suoi discepoli ad amare anche i loro nemici! È divenuto necessario, in questo racconto della vita di Gesù, descrivere il modo in cui taluni dei suoi compatrioti ebrei lo respinsero e cospirarono per provocare la sua morte infamante. Ma vorremmo avvertire tutti coloro che leggono questa narrazione, che la presentazione di un tale racconto storico non giustifica in alcun modo l’odio ingiusto, né perdona l’iniquo atteggiamento mentale che così tanti professati cristiani hanno mantenuto verso i singoli Ebrei per molti secoli. I credenti nel regno, coloro che seguono gli insegnamenti di Gesù, devono cessare di maltrattare il singolo Ebreo come fosse colpevole del ripudio e della crocifissione di Gesù. Il Padre e suo Figlio Creatore non hanno mai cessato di amare gli Ebrei. Dio non fa eccezione di persone, e la salvezza è per gli Ebrei quanto per i Gentili.
3. La riunione decisiva del Sinedrio
175:3.1 (1909.4)La riunione decisiva del Sinedrio fu convocata per le otto di questo martedì sera. In molte occasioni precedenti questa corte suprema della nazione ebraica aveva ufficiosamente decretato la morte di Gesù. Molte volte questo augusto corpo dirigente aveva determinato di porre fine alla sua opera, ma mai prima aveva deciso di arrestarlo e di determinare la sua morte a qualsiasi costo. Fu poco prima di mezzanotte di questo martedì 4 aprile dell’anno 30 d.C. che il Sinedrio, qual era allora costituito, votò ufficialmente e all’unanimità d’infliggere la pena di morte sia a Gesù che a Lazzaro. Questa fu la risposta all’ultimo appello del Maestro ai dirigenti degli Ebrei, che egli aveva fatto nel tempio solo poche ore prima, e rappresentava la loro reazione di aspro risentimento verso l’ultima vigorosa accusa di Gesù contro questi stessi gran sacerdoti ed impenitenti Sadducei e Farisei. L’approvazione della condanna a morte del Figlio di Dio (prima ancora del suo giudizio) fu la replica del Sinedrio all’ultima offerta di misericordia celeste, da estendersi alla nazione ebraica in quanto tale.
175:3.2 (1910.1)A partire da questo momento gli Ebrei furono lasciati terminare il loro breve periodo di vita nazionale in completa conformità con il loro status puramente umano tra le nazioni di Urantia. Israele aveva ripudiato il Figlio del Dio che aveva fatto un patto con Abramo, ed il piano destinato a fare dei figli di Abramo i portatori della luce della verità al mondo era stato distrutto. L’alleanza divina era stata abrogata e la fine della nazione ebraica si avvicinava a grandi passi.
175:3.3 (1910.2)Gli ufficiali del Sinedrio ricevettero l’ordine di arrestare Gesù il mattino successivo presto, ma con istruzioni che non doveva essere preso in pubblico. Essi dovevano organizzarsi per arrestarlo in segreto, preferibilmente all’improvviso e di notte. Comprendendo che egli poteva non tornare quel giorno (mercoledì) per insegnare nel tempio, essi ordinarono a questi ufficiali del Sinedrio di “condurlo davanti all’alta corte ebraica al più tardi entro mezzanotte di giovedì”.
4. La situazione a Gerusalemme
175:4.1 (1910.3)Al termine dell’ultimo discorso di Gesù nel tempio, gli apostoli furono lasciati ancora una volta nella confusione e nella costernazione. Prima che il Maestro cominciasse la sua terribile requisitoria contro i dirigenti ebrei, Giuda era tornato al tempio, cosicché tutti i dodici ascoltarono questa seconda metà dell’ultimo discorso di Gesù nel tempio. È un peccato che Giuda Iscariota non avesse ascoltato la prima metà con la profferta di misericordia di questo discorso di addio. Egli non aveva ascoltato quest’ultima offerta di misericordia ai capi ebrei perché era ancora in riunione con un gruppo di parenti ed amici Sadducei con i quali aveva mangiato e con cui aveva conferito sul modo più appropriato di dissociarsi da Gesù e dai suoi compagni apostoli. Fu mentre ascoltava l’accusa finale del Maestro ai capi e ai dirigenti ebrei che Giuda decise di abbandonare definitivamente e completamente il movimento evangelico e di lavarsi le mani dell’intera impresa. Ciononostante egli lasciò il tempio in compagnia dei dodici, andò con loro sul Monte Oliveto, dove, con i suoi compagni apostoli, ascoltò il fatidico discorso sulla distruzione di Gerusalemme e sulla fine della nazione ebraica, e rimase con loro quel martedì notte nel nuovo campo vicino a Getsemani.
175:4.2 (1910.4)La folla che ascoltò Gesù passare dal suo misericordioso appello ai dirigenti ebrei a quell’improvviso ed aspro rimprovero che rasentava una spietata accusa, rimase stordita e confusa. Quella sera, mentre il Sinedrio pronunciava la sentenza di morte contro Gesù, e mentre il Maestro stava con i suoi apostoli e alcuni dei suoi discepoli sul Monte degli Olivi predicendo la morte della nazione ebraica, tutta Gerusalemme si era impegnata nella seria e prudente discussione di una sola domanda: “Che cosa faranno di Gesù?”
175:4.3 (1910.5)A casa di Nicodemo più di trenta eminenti Ebrei che credevano segretamente nel regno si riunirono e discussero quale condotta avrebbero dovuto seguire nel caso fosse avvenuta un’aperta rottura con il Sinedrio. Tutti i presenti furono d’accordo che avrebbero fatto aperta ammissione della loro devozione al Maestro nello stesso momento in cui avessero avuto notizia del suo arresto. E questo è proprio ciò che fecero.
175:4.4 (1911.1)I Sadducei, che ora controllavano e dominavano il Sinedrio, erano desiderosi di sbarazzarsi di Gesù per le seguenti ragioni:
175:4.5 (1911.2)1. Essi temevano che il crescente favore popolare con cui la moltitudine lo considerava minacciasse di compromettere l’esistenza della nazione ebraica per un possibile conflitto con le autorità romane.
175:4.6 (1911.3)2. Il suo zelo per la riforma del tempio riduceva direttamente i loro profitti; la purificazione del tempio toccava le loro borse.
175:4.7 (1911.4)3. Essi si sentivano responsabili della conservazione dell’ordine sociale e temevano le conseguenze dell’ulteriore espansione della strana e nuova dottrina di Gesù sulla fratellanza degli uomini.
175:4.8 (1911.5)I Farisei avevano motivi differenti per desiderare di vedere Gesù messo a morte. Essi lo temevano perché:
175:4.9 (1911.6)1. Egli si era schierato in fiera opposizione alla loro influenza tradizionale sul popolo. I Farisei erano ultraconservatori e si risentirono profondamente per questi attacchi ritenuti radicali contro il loro acquisito prestigio come insegnanti religiosi.
175:4.10 (1911.7)2. Essi sostenevano che Gesù era un violatore della legge; che aveva mostrato un disprezzo totale per il sabato e per numerose altre prescrizioni legali e cerimoniali.
175:4.11 (1911.8)3. Essi lo accusavano di bestemmia perché alludeva a Dio come fosse suo Padre.
175:4.12 (1911.9)4. Ed ora essi erano fortemente irritati con lui a causa del suo ultimo discorso di dura accusa che aveva pronunciato in questo giorno nel tempio come parte conclusiva del suo saluto di addio.
175:4.13 (1911.10)Il Sinedrio, avendo ufficialmente decretato la morte di Gesù ed avendo impartito gli ordini per il suo arresto, tolse la seduta questo martedì verso mezzanotte, dopo aver convenuto di riunirsi il mattino seguente alle dieci a casa del sommo sacerdote Caifa per formulare le accuse secondo le quali Gesù sarebbe stato portato in giudizio.
175:4.14 (1911.11)Un piccolo gruppo di Sadducei aveva in effetti proposto di eliminare Gesù assassinandolo, ma i Farisei rifiutarono assolutamente di appoggiare un tale procedimento.
175:4.15 (1911.12)Questa era la situazione a Gerusalemme e tra gli uomini in questo giorno movimentato, mentre un vasto concorso di esseri celesti si librava su questa memorabile scena terrena, ansiosi di fare qualcosa per aiutare il loro amato Sovrano, ma impossibilitati ad agire perché erano efficacemente impediti dai loro comandanti superiori.